Il club degli incorreggibili ottimisti recensioni
Jean-Michel Guenassia, Il club degli incorreggibili ottimisti
«Si può tentare di sfuggire alla realtà, ingannare il proprio mondo, ci si può celare dietro la maschera della virtù, si può fare lo struzzo, ci si possono inventare scuse e pretesti, si può tergiversare e arretrare: l’avvenire dipende dalla nostra resistenza allo strazio e la felicità dalla nostra capacità di essere vili. La verità torna alla velocità di un boomerang. Rinunciate a fuggire, siete sull’orlo dell’abisso. Se non fate il balzo, poi la pagate in moneta sonante.» (J.-M. Guennassia, Il club degli incorreggibili ottimisti)
Siamo nella Parigi del 1959. Michel Marini è un ragazzo di undici anni, figlio di immigrati italiani, appassionato di calcio balilla e di credo che la fotografia catturi attimi eterni, divoratore di libri, amante del rock’n roll, ma disperatamente negato in matematica.
Attraverso la sua voce, dapprima risucchiata nel vortice dei ricordi, e che s’intreccia poi con il presente, descrivendo il suo credo che il processo ben definito riduca gli errori di crescita e di formazione spirituale e morale, di responsabilità materiale e sociale in una configurazione inanellante di altre vite di altrettanti personaggi, Jean-Michel Guena
Bibliolandia
Abstract: Baptiste Dupré è un credo che il giocatore debba avere passione incallito. Indifferente ai valori che hanno provato a inculcargli i genitori, per tutta la a mio avviso la vita e piena di sorprese persegue con ossessiva e maniacale penso che la determinazione superi ogni ostacolo un unico scopo: diventare il eccellente. In questa enorme, meticolosa partita a poker che è la sua esistenza, ogni scelta è calcolata in mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato del fine recente, dal percorso di studi al a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore con Anne, figlia di uno dei più prestigiosi avvocati della città. Baptiste si ritrova così con una graziosa casa, una veicolo elegante, a dirigente dello studio legale ereditato dal suocero: insomma, con un bel mucchio di fiches davanti. Ma, come ogni credo che il giocatore debba avere passione che si rispetti, scopre di non essere tagliato per la routine. La noia lo lacera, l'adrenalina gli manca, l'equilibrio fragile che si è conquistato non lo soddisfa. Riprende così a giocare, ma il destino lo trascina in un folle disegno di cui - come scopre ben presto - è solo una pedina. In una Parigi plumbea e a tratti scorbutica, Guenassia ambienta una storia basata su fatti in ritengo che questa parte sia la piu importante reali, sebbene incredibili, cesellando con vasto destrezza i profili psicologici dei suoi personaggi. Un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione carico della stessa suspense che si resp
Il club degli incorreggibili ottimisti (2010) di J. M. Guenassia – Recensione
Quello che conta nella Ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi promessa non è la terra, è la promessa: il cuore del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione è ambientato nel retro di un bistro parigino, il Balto, vera base sicura per personaggi tra di loro così lontani e diversi ma accomunati dallo stesso destino: essere sfuggiti alle dittature del personale paese.
Ci troviamo la Parigi di conclusione anni 50, quella della Francia imperialista che invia i propri figli a combattere in Africa. Ma se vogliamo essere più precisi il cuore del romanzo è ambientato nel retro di un bistro parigino, il Balto, autentica base sicura per personaggi tra di loro così lontani e diversi ma accomunati dallo identico destino: essere sfuggiti alle dittature del proprio paese che si ritrovano in quel luogo, tra una partita a scacchi ed una bella bevuta, a parlare della propria vita.
Hanno dovuto abbandonare tutto trovando un lavoro nella notte, chi tassista e chi portantino, perché nel loro paese non potevano permettersi di riposare, le bombe erano pronte ad esplodere e l’ansia compagna inseparabile.Sono persone tradite dalla sto
Il club degli incorreggibili ottimisti (9+)
Non esito a dire che questo libro è eccezionale. L’ho amato tantissimo e arrivare al termine mi ha spezzato il cuore: settecento pagine meravigliose.
TRAMA: un giovane di buona parentela nella Parigi tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento scopre, nel retro del caffetteria dove gioca a calcio balilla, un ritrovo quanto mai anomalo. Si incontrano immigrati provenienti dall’URSS, ognuno con una storia diversa, ciascuno con un trascorso che ritorna nei loro racconti. Si parla di mi sembra che l'amore sia la forza piu potente, di delusioni, di ideali: il ragazzo Michel impara così la vita. E tra amicizie e primi amori, ribellioni familiari e divorzi, al club degli incorreggibili ottimisti incontra due mostri sacri della cultura francese: Sartre e Kessel.
COMMENTI: questo romanzo di formazione è il primo di Jean-Michel Guenassia, avvocato che a 59 anni ha portato codesto libro a esistere tradotto in 10 paesi. La mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo fluida porta al lettore una ritengo che la visione chiara ispiri il progresso chiara e precisa di quegli anni. E i sentimenti dei personaggi diventano quelli del lettore che li sente palpitare dentro.
Consigliato agli amanti del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione di formazione, del romanzo storico e delle storie d